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Adiposità localizzata: cos’è, cause e rimedi

Adiposità localizzata: cos’è, cause e rimedi
23 Gennaio 2023
Redazione DCD

Per adiposità localizzata si intende la presenza di un tessuto ricco di cellule adipose (le cellule del grasso) rispetto ad altre zone del corpo.

Le zone più frequenti in cui possiamo notare questo accumulo di lipidi sono le culotte di Cheval (regione glutea e cosce), la zona addominale e quindi la pancetta, ma anche la zona dei fianchi con le così dette maniglie dell’amore. Questi accumuli causano l’alterazione del profilo corporeo e dunque della silhoutte.

Cosa influenza e causa l’adiposità localizzata?

L’adiposità localizzata è senza dubbio influenzata da:

  • Una componente genetica,
  • Fattori come l’età,
  • I livelli ormonali,
  • Il sesso.

 

Le cause su cui possiamo tempestivamente agire vanno ricercate invece nello stile di vita e l’introito calorico:

  • Attività fisica
  • Dieta
  • Vita sedentaria

 

La diagnosi differenziale

L’adiposità localizzata non va confusa con la Cellulite, spesso sono quadri che coesistono ma necessitano di trattamenti differenti. L’adiposità localizzata a differenza della cellulite è strettamente legata al sovrappeso, quindi più si aumenta di peso e più si rende evidente.

Nell’adiposità la cute appare liscia, quindi non con l’aspetto a “buccia d’arancia” inoltre l’elasticità della cute è mantenuta e non è presente né edema né gonfiore.

I rimedi

Se è vero che l’adiposità localizzata è strettamente correlata all’aumento ponderale c’è comunque da dire che con il controllo dell’alimentazione e dell’attività fisica non si può avere una risoluzione.

Il grasso dell’adiposità localizzata è un grasso più profondo che necessita di trattamenti specifici, nel centro DCD oltre al trattamento di ESC che è alla base del metodo, proponiamo trattamenti localizzati come lo Sculpture Tonic che sfrutta il calore tramite una tecnologia ad infrarosso con una azione tonificante e riduttiva, e la Crioultrasuono che viceversa sfrutta il congelamento portando il tessuto a temperature prossime allo zero instaurando così un processo di apoptosi.

Di redazione con la collaborazione della Dott.ssa Dott.ssa Mattei Maria Giulia

 

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