Molte sono le persone che non trovano nessuna difficoltà a seguire una dieta una volta che lo hanno deciso e che sono sufficientemente motivate. Affermano di aver toccato il fondo e che quindi la risalita è necessaria e inevitabile. Ma capita anche che queste stesse persone siano consapevoli della loro capacità di impegnarsi, ma lo siano altrettanto della loro difficoltà di mantenere i risultati ottenuti nel tempo. E spesso nei colloqui psicologici, mi parlano di questo timore ancor prima di iniziare il percorso di dimagrimento.
Il mantenimento è dunque per molti la parte cruciale del processo di cambiamento, perché rappresenta il graduale rientro alla normalità e se non si sono affrontati gli aspetti psicologici del personale rapporto con il cibo e con il proprio corpo, probabilmente si ripeteranno i comportamenti che hanno condotto al sovrappeso.
Per ovviare a ciò vi invito a farvi le seguenti domande:
Il cibo, oltre a essere piacere ed elemento necessario alla vita, spesso diventa fonte di consolazione e gratificazione esclusiva, un automatismo sostitutivo di qualsiasi altra forma di soddisfazione, un tappo per bloccare quelle emozioni ritenute sgradevoli.
Un altro fattore che mette a rischio le buone pratiche apprese in un percorso di benessere è che troppo spesso non si riesce a rimanere centrati sui propri bisogni, e non solo alimentari: c’è sempre qualcosa di più importante da fare, da pensare, da organizzare e nell’affanno della quotidianità si perdono i propri desideri e obiettivi.
Inoltre, la domanda che faccio sempre nei colloqui, e che lascia spesso un po’ perplessi, è “a che le servono i chili di troppo”? Dopo un iniziale stupore, le rispose che mi vengono date con più frequenza sono: “mi fanno sentire più forte/ più protetta/ a riparo da intimità e sessualità/ più morbida/ più buona/ inoffensiva/ attutiscono i colpi della vita/ sento meno anche il dolore e la rabbia”. Pertanto, se non si diventa consapevoli delle resistenze che si mettono in atto contro il cambiamento, sarà più difficile mantenere i risultati ottenuti nonostante le buone intenzioni.
Per coloro che con impegno hanno intrapreso un percorso DCD, la fine dei trattamenti e l’inizio del mantenimento rappresentano un momento di soddisfazione. Spesso viene vissuto come l’ultimo giorno di scuola e l’inizio di una lunga vacanza dal controllo e dalla bilancia, ma non dovrà esserlo dalle buone abitudini intraprese e dalla consapevolezza del rapporto con il cibo. I risultati ottenuti, l’immagine nuova che lo specchio rimanda, le sensazioni piacevoli di un corpo più sano, non sono un punto di arrivo ma stimolo e motivazione a prendervi cura di voi. Un dimagrimento, piccolo o grande che sia, richiede sempre un cambiamento. Lasciate che non sia solo la vostra taglia a cambiare, ma il rapporto con voi stesse e con gli altri. Se ciò non accade si rischia di cadere in quella che viene chiamata la sindrome dello yo-yo o del tutto o niente, in cui si passa da un periodo di restrizioni a un altro di “abbuffate”.
Ma quale è allora l’atteggiamento mentale giusto da assumere durante il mantenimento?
Godetevi il vostro “nuovo” corpo e la vostra vita!
Scritto dalla Dott.ssa Marzia Vercillo Psicologa e Psicoterapeuta, consulente DCD
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